Non conoscere la lingua del paese ospitante è una delle barriere più grandi per l’integrazione ed una educazione di successo per gli studenti migranti; le scarse capacità linguistiche dei genitori migranti limitano allo stesso tempo le opportunità di sostenere i loro figli nell’apprendimento scolastico.
Analizzando la situazione dei giovani migranti di prima generazione, Dumčius et al. (2013) hanno osservato inoltre che le barriere di tipo linguistico limitano anche la più ampia possibilità per i genitori migranti di essere coinvolti nella vita scolastica (per esempio nel venire coinvolti nelle riunioni per i genitori o contribuire e partecipare alle attività scolastiche, ecc.) e mettersi in contatto con i fornitori di servizi scolastici.
I giovani migranti (sia di prima che di seconda generazione), iniziando a frequentare una scuola senza conoscere la lingua del paese ospitante, si trovano in una situazione di svantaggio rispetto agli studenti nativi ed il loro apprendimento è ostacolato fin quando non superano la barriera linguistica (OCSE 2010). I risultati dell’OCSE mostrano come coloro che non parlano la lingua del sistema di istruzione a casa conseguono risultati più bassi nella lettura ed in matematica rispetto a chi invece ne fa corrente utilizzo.
Ciononostante, i giovani migranti che parlano la lingua di insegnamento a casa faticano comunque ad ottenere gli stessi risultati sui test scolastici rispetto agli studenti nativi.
Queste differenze comunque non sono dovute solamente dall’uso di una lingua diversa rispetto alla lingua di istruzione ed infatti fattori socioculturali potrebbero giocare anche un ruolo importante.
Ad esempio, la conoscenza della lingua accademica cognitiva (CALP), un ‘uso decontestualizzato della lingua […] comune nelle materie scolastiche,’ è suggerito come un fattore importante per il raggiungimento di buon i risultati (Brind et al., 2008, 37).
Altri studi, tuttavia, sono più positivi sui diversi punti di vista. De Paola e Brunello (2016) ad esempio mostrano che il conseguimento di buoni risultati in matematica tra studenti che non parlano la lingua di insegnamento a casa varia a seconda del paese.
Una ricerca dal Regno Unito ha esaminato i risultati scolastici di un gruppo di studenti migranti tra i 5 ed i 16 anni d’età dimostrando che, nonostante abbiano voti più bassi rispetto agli studenti nativi durante i primi tempi di inserimento nella scuola, gli studenti appartenenti a minoranze etniche recuperano facilmente durante la loro carriera scolastica, ciò come risultato della migliorata conoscenza linguistica (De Paola e Brunello, 19; Dustmann et al. 2012).